Storie – I contadini del Gargano convertiti all’ebraismo

di Mario Avagliano

Il primo ad occuparsi della curiosa e insolita conversione all’ebraismo di un gruppo di famiglie di un piccolo paesino dell’Italia meridionale, San Nicandro Garganico, fu la rivista inglese Time, che nel settembre 1947 dedicò alla storia un reportage. Protagonista del cammino di fede, in piena era fascista (seconda metà degli anni Trenta), era stato un signore di nome Donato Manduzio, classe 1885, reduce della Grande Guerra. Un’epifania religiosa dal carattere del tutto autonomo, avvenuta a seguito del dono di un Bibbia da parte di un compaesano emigrato che si era convertito ai pentecostali.

La vicenda di Manduzio e dei circa ottanta aspiranti ebrei di San Nicandro che nel dopoguerra, dopo aver avuto il riconoscimento definitivo da parte dell’ebraismo italiano, presero la via dell’emigrazione verso il nuovo Stato di Israele, è stata raccontata nel libro Gli ebrei di San Nicandro di John A. Davis (Giuntina), da poco uscito in libreria.
Uno dei punti più interessanti del volume è l’esame del contesto in cui matura la conversione, che è quello di una comunità rurale e contadina del Mezzogiorno, i cui membri erano quasi tutti analfabeti e dalle condizioni di vita alquanto precarie. In questo ambiente povero e genuino, l’ebraismo viene visto come una possibilità di redenzione e di cambiamento.
Un aspetto paradossale è la tempistica della conversione: la richiesta della micro-comunità di San Nicandro giunge infatti a Remo Cantoni e agli leader dell’epoca dell’ebraismo italiano tra il 1937 e il 1938, proprio alla vigilia delle leggi razziali. E proprio a causa dell’entrata in vigore dei provvedimenti razzisti, alla fine resta inevasa.
La “pratica” viene riaperta dopo l’arrivo in Puglia nel gennaio 1944 della Brigata ebraica e l’incontro di Manduzio e dei suoi seguaci con Enzo Sereni che, come scrive Davis, «ebbe un effetto incredibile» su di loro: «Le sue parole sulla vita nella terra promessa e il suo incitamento all’emigrazione furono risolutive per la scelta della piccola comunità».
Nel 1946 i maschi sannicandresi furono circoncisi dal chirurgo Ascarelli e, nonostante la morte di Manduzio, nel 1948 iniziò l’emigrazione in Erez Israel. La famiglia Cerrone fu la prima, quell’estate, a lasciare la Puglia e a stabilirsi in un kibbutz in Israele. Un altro consistente gruppo di sannicandresi s’imbarcò sulla nave israeliana Galilee a Bari il 21 novembre 1949. Una storia straordinaria che meritava di essere ricostruita.

(L'Unione Informa e portale Moked.it 18 giugno 2013)

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