Fedifraghi che fanno Storia

di Mario Avagliano

Cosa avevano in comune Elisabetta I d’Inghilterra, Caterina II di Russia, Niccolò Paganini, Virginia Woolf, Colette, Albert Einstein, Richard Wagner e Giuseppe Stalin? Erano inguaribili fedifraghi, o se volete geniali traditori, strateghi dell’affaire e impareggiabili peccatori. Se fossero vissuti prima di Dante oppure alla sua epoca, il grande poeta li avrebbe condannati in eterno alle pene dell’Inferno, nel secondo cerchio degli incontinenti, tra i lussuriosi travolti dalla bufera ineluttabile della passione.
La storia del mondo e le vicende della politica (come dimostrano i casi di Silvio Berlusconi o del presidente francese François Hollande) non sono fatte solo di battaglie elettorali o sui campi di guerra, ma anche tra le lenzuola. E gli aneddoti sugli amori clandestini dei grandi personaggi servono a svelarne il carattere. Beninteso, sempre se accuratamente documentati. Ed è quello che fa lo scrittore e storico Pino Pelloni nel suo ultimo libro Fedifraghi, edito dalla piccola Iris4editrice di Roma (pp. 136, euro 15,50), raccontando con dovizia di particolari la vita privata di quindici uomini e donne eccezionali, spesso additati come modelli di virtù, la cui vita è stata costellata di meriti e successi, ma anche dei più incredibili tradimenti e di imbarazzanti sotterfugi.

Senza timori riverenziali, facendo propria la massima di Voltaire che la storia “è una burla che i vivi giocano ai morti”, Pino Pelloni, già autore di un licenzioso quanto documentato Risorgimento libertino, si è divertito a regalare ai lettori delle biografie border-line, volutamente irriguardose, osservando dal buco della serratura debolezze e virtù di questi personaggi della letteratura, della musica, della scienza e della politica alle prese con tradimenti, menzogne, liti e deviazioni morali. La scrittrice Virginia Woolf, che nell’adolescenza aveva dovuto subire gli abusi sessuali del fratello “orco” George, di quattordici anni più grande di lei, prima visse felicemente un ménage à trois con la sorelle Vanessa e il di lei sposo Clive, poi convolò a nozze e tradì il marito con una lunga serie di donne, scrittrici, pittrici o aspiranti tali. La futura imperatrice Caterina II di Russia, quand’era ancora giovane sposa di Pietro, fece collezione di amanti aitanti e gagliardi, decorando la sua camera da letto con dipinti che raffiguravano lascive scene erotiche, e fu aiutata nelle sue “imprese” dalla zarina Elisabetta e dal gran cancelliere Bestuev. Il musicista Richard Wagner, sposato con la seducente attrice e cantante Minna Planner, ebbe una tresca amorosa con una signora di Zurigo, Mathilde Wesendoch, moglie di un suo fan. Fuggì con lei a Venezia e Mathilde fu probabilmente la musa ispiratrice del suo capolavoro Tristano e Isotta. Un altro genio della musica, Niccolò Paganini, era un impenitente erotomane, famoso non solo per la grandiosità della sua arte di suonare il violino ma anche per un dono assai generoso della natura, che lo aveva dotato di un virile organo di considerevoli dimensioni. Nel suo periodo presso la corte di Lucca, Paganini fu amante ufficiale della principessa Elisa Bonaparte, sorella di Napoleone e principessa e consorte del granduca Pasquale Felice Baciocchi, ma la tradì con la sorella Paolina e con la giovanissima contessina Adele. Durante la sua vita irretì donzelle di ogni età ed estrazione, dalla cantante Antonia Bianchi alla tredicenne protestante Angelina Cavanna (la cui seduzione gli causò il carcere) fino alle ragazze di taverna. Josif Stalin, invece, quand’era un giovane dirigente di partito, era attratto dalle minorenni, al limite della pedofilia.
Nella sua vita ebbe due mogli e uno stuolo di amanti, che svezzarono dal punto di vista dell’ars amatoria il rozzo contadino russo (diventato col tempo esperto di preliminari) e con le quali intrecciò relazioni tempestose e infuocate. Lo stesso numero di consorti del grande fisico Albert Einstein, il più grande genio del XX secolo, che però era un po’ misogino e considerava “il matrimonio inventato da un maiale privo d’immaginazione”. Il premio Nobel costrinse la prima moglie Mileva ad accettare le sue tresche amorose, a partire da quella con la bionda e frivola cugina Elsa. Poi, sposata quest’ultima, seguitò a collezionare avventure erotiche con disinibite studentesse tedesche e, dopo il trasferimento in Usa a causa della salita al potere di Hitler, con giovani donne americane. Se il tradimento è un evento fondante della civiltà e della storia, ecco che questo curioso libro ci fornisce una nuova chiave interpretativa per studiare fatti e personaggi del passato, una cifra apparentemente scanzonata e piccante ma sostanzialmente interessante per comprendere l’impeto che dal privato investe le vicende istituzionali, globali, della vita. E in tale approccio, il voyeurismo è solo un effetto secondario, esito aggiunto di una ricerca storica che si fa divertente e provocante. E restituisce a queste “grandi orizzontali” e a questi “farfalloni amorosi”, le due categorie individuate dall’autore, una maschera nuova da giocare sul palcoscenico del teatro del mondo.

(Il Messaggero, 2 febbraio 2014)

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