Intervista a Ugo Picarelli, manager

di Mario Avagliano
 
Dove c’è un grande evento, lì c’è Ugo Picarelli, il top manager della società Leader. Quarantaquattrenne in carriera, vestiti di sartoria sempre impeccabili, capelli radi, sorriso simpatico, Picarelli dal 1990 ad oggi, non si è persa l’organizzazione di una sola visita di un Presidente della Repubblica o di un Pontefice a Salerno o in provincia. “Ho seguito di persona tre visite del Presidente Ciampi, due visite del Presidente Scalfaro e due visite di Papa Giovanni Paolo II”, racconta orgoglioso. In appena quindici anni, l'impresa da lui fondata è diventata una società di consulenza, organizzazione e comunicazione apprezzata a livello nazionale, curando ogni anno per RAI Trade “Cartoons on the bay”, il Festival Internazionale dell’Animazione Televisiva che si tiene a Positano, e per Confindustria il Convegno Nazionale dei Giovani Imprenditori di Capri.
 
Lei è cresciuto nel Centro Storico di Salerno.
Ho frequentato le scuole elementari al “Barra” e le medie a Largo Campo. Prima del terremoto del 1980, Via dei Mercanti e il centro storico non erano il gioiello di adesso. Il quartiere era degradato e impazzava la microcriminalità, anche in collegamento con la camorra. Era un po’ come i Quartieri Spagnoli a Napoli. Devo dire, però, che il confronto con la realtà di strada è stato un’esperienza formativa.
Salerno era diversa anche nell’offerta di servizi e di cultura?
Fino ai diciotto anni d’età, la mia generazione ha vissuto all’insegna di una quotidianità senza sbocchi e senza diversivi. Negli anni Settanta e Ottanta i servizi a Salerno non erano efficienti e la città non offriva i divertimenti di oggi. Certo, le occasioni di svago non mancavano, con la Costiera Amalfitana a due passi… A dirla tutta, eravamo un po’ apatici, c’era anche una componente di pigrizia che ci accomunava e non ci faceva crescere, in una sorta di provincialismo chiuso in se stesso. 
Come nasce il Picarelli uomo-evento?
Vengo anch’io dalla scuola del Valtour. La stessa “scuola” di Rosario Fiorello e di Peppe Quintale, tanto per fare due nomi di miei compagni di lavoro nei villaggi turistici. Dal 1985 al 1989 ho curato la direzione delle scuole di tennis della Valtour. E’ stato il mio servizio militare, perché mi ha permesso di entrare in contatto con centinaia di persone e di sperimentare la mia voglia di svolgere un’attività dinamica di relazioni. Tra l’altro ho conosciuto personaggi del mondo dello sport come Walter Novellino e l’arbitro Paolo Bergamo, amici che ancora frequento, a distanza di trent’anni. 
Dopo il Valtour, sono arrivati i Mondiali di calcio del ’90.
L’incarico di responsabile organizzativo, della logistica e dell'accoglienza per il COL ITALIA '90 presso il Centro Stampa di Castel dell'Ovo di Napoli è stata la mia vera Università. All’epoca io ero iscritto alla facoltà di Medicina, volevo fare il medico ed avevo già superato i primi quattro anni del corso di laurea. L’esperienza dei Mondiali e l’organizzazione, sempre nel 1990, della visita pastorale di Papa Woytila ad Aversa. mi hanno convinto a cambiare strada, trovando il coraggio di rischiare in proprio e di fondare una società di comunicazione.
Perché l’ha chiamata Leader?
Potrebbe sembrare un nome presuntuoso. In realtà voleva solo attestare che la mia società si candidava ad offrire servizi di consulenza e di organizzazione a standard elevati, con un grado di affidabilità tale da soddisfare anche i clienti istituzionali o privati più esigenti. 
In quindici anni di attività lei ha organizzato centinaia di eventi. Qual è quello di cui va più fiero?
Me segnalerei almeno due:  l’inaugurazione da parte di Papa Giovanni Paolo II del Seminario metropolitano di Salerno nel 1999, affidatomi dall’Arcivescovo Gerardo Pierro, e il Premio della Fondazione Liberal a Simon Peres. Due grandi eventi organizzati con alta professionalità ma soprattutto occasioni straordinarie per conoscere da vicino due personalità della storia mondiale. Il Papa mi impressionò per l’incredibile carica di umanità e la forza interiore. Quanto a Peres, la passeggiata con lui a via Caracciolo a Napoli resta un ricordo incancellabile. Tra le manifestazioni a carattere internazionale, vorrei ricordare invece il coordinamento del G8 dei Ministri della Ricerca a Ravello.
Quanto è difficile essere imprenditori nel Mezzogiorno e in particolare a Salerno?
E’ una sfida continua e quotidiana, ma che vale la pena di intraprendere. Vede, dopo le esperienze del Valtour e dei Mondiali del ’90, per me sarebbe stato facile lavorare altrove. Invece c’è stata da parte mia la determinazione e la volontà di crescere assieme al territorio. Certo, capita a volte che mi demoralizzo e penso “chi me l’ha fatto fare”, ma tutto sommato ritengo che la mia scelta sia stata giusta. 
Ma il “territorio”, come lo chiama lei, è cresciuto in questo quindicennio?
Salerno è sulla buona strada. All’inizio degli anni Novanta era poco più che un paesone, oggi è una città vivibile e attrezzata che può confrontarsi con le altre città del Mediterraneo, per la sua storia, le sue tradizioni e il suo patrimonio culturale e paesaggistico. Però…
Però?
Il problema di noi salernitani è l’individualismo, che condiziona sia il settore pubblico che quello privato. Uno dei principali limiti dello sviluppo di questo territorio è l’incapacità di camminare assieme e di realizzare un’unità di intenti per il bene collettivo. L’individualismo ostacola e rende più faticoso il raggiungimento degli obiettivi.
Lei è anche presidente del Gruppo Turismo della Confindustria salernitana, oltre che promotore della manifestazione “Fare Turismo”. Qual è lo stato del turismo a Salerno?
Purtroppo Salerno è il capoluogo di una provincia turistica, ma non è ancora una città turistica. La situazione non è affatto brillante, anche perché persino le realtà più mature della provincia, sono fuori dai circuiti del turismo internazionale. 
Come mai?
Essenzialmente per quattro motivi: la mancanza di infrastrutture (vedi aeroporto e strade), la bassa qualità o l’assenza di strutture ricettive e di contenitori congressuali e fieristici, la scarsa competenza degli operatori turistici e la dimensione familiare delle imprese del settore. Oggi più che mai c’è bisogno di managerialità, di formazione, di strategie di marketing e di qualità dell’offerta per intercettare la domanda di turismo. Io penso che ci troviamo di fronte a un momento epocale della storia di Salerno. Dobbiamo decidere il futuro della città di qui al 2050.
Lei che idee ha?
E’ fondamentale potenziare la portualità turistica, decentrando il porto commerciale nella zona a ridosso tra Eboli e Capaccio-Paestum. Inoltre occorre rafforzare le strutture ricettive del Cilento secondo un modello di sviluppo sostenibile e trovare una prospettiva di crescita per il Parco Nazionale del Cilento, che rappresenta un grosso serbatoio di offerta turistica e di occupazione.
Lei è anche promotore della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. Anche in questo settore siamo messi male?
In questo settore si paga una confusione che ha origini nazionali e non locali su chi deve gestire il patrimonio archeologico: il pubblico o il privato. Quale che sia la linea di indirizzo, ritengo che oltre ai grandi siti archeologici come Paestum e Velia, si debbano valorizzare anche i tanti siti apparentemente “minori” della nostra provincia, come lo splendido Battistero di Nocera Superiore.
Tra le varie manifestazioni che organizza la sua società, vi è anche il Concorso Ippico. 
Lo abbiamo istituito nel 1991. Intendiamoci, non era una novità assoluta per Salerno. Il Concorso Ippico si svolgeva nella nostra città già negli anni Cinquanta e Sessanta. La nostra intuizione è stato averlo riproposto dopo trent’anni e averne fatto un appuntamento di rilievo nazionale. 
Da operatore culturale, come giudica l’offerta di eventi a Salerno?
Ho apprezzato il coraggio dell’attuale amministrazione di organizzare grandi mostre-evento nel complesso monumentale di Santa Sofia. Questo impulso è positivo. L’importante era partire. Dopo la scomparsa di Filiberto Menna e Alfonso Gatto, sono venti anni che a Salerno a livello culturale non si muove nulla!
 
  (La Città di Salerno, 6 febbraio 2005)
 
 
Carta d'identità
 
Luogo e data di Nascita: Salerno,  31 ottobre 1961
Vive a Salerno
Sposato: Si
Figli:  3 (Giulia, Francesca e Carmen)
Titolo di studio: Diploma di Maturità Classica al Liceo “T. Tasso”
Hobby: cinema e lettura.
Libro preferito: Memorie di Adriano (Marguerite Yourcenar)
Film preferito: Oltre il Giardino (Peter Sellers)
 
Cariche
Direttore della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico
Componente di Giunta Esecutiva della Associazione degli Industriali della provincia di Salerno dal 1999
Presidente del Gruppo Turismo della Associazione degli Industriali della provincia di Salerno dal 2001
Vicepresidente del Gruppo Regionale Turismo di Federindustria Campania dal 1999 al 2003.
Amministratore e direttore generale della Leader s.a.s

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