Candido Manca, lo "stradino" martire delle Ardeatine

Fra i martiri delle Fosse Ardeatine figura anche un dipendente dell’Anas, allora AASS, il sardo Candido Manca. La sua figura è ricordata nel bel libro di Mario Avagliano, “Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945”, pubblicato da Einaudi, una storia della Resistenza, della deportazione e dell’internamento militare attraverso gli scritti dei protagonisti.

Nato a Dolianova (Cagliari) il 31 gennaio 1907, Manca nel '25 si arruolò volontario nei carabinieri. Prestò servizio a Roma, e dopo tre anni di ferma fu congedato. Rimasto nella capitale, ottenne il diploma di ragioniere e fu assunto nell'Azienda Autonoma Statale della Strada (AASS, poi ANAS). Fu richiamato alle armi una prima volta nel '35, per un anno, e di nuovo nel '39 per alcuni mesi e poi nel '40, con il grado di vicebrigadiere, sempre rimanendo in servizio presso la AASS. Nel '43 era brigadiere, nella compagnia squadre reali e presidenziali di Roma. Dopo l'8 settembre, riuscì a sfuggire ai tedeschi che avevano occupato le caserme. Insieme ad altri 30 carabinieri sbandati che aveva raccolto con sé, entrò nella banda "Caruso", che faceva parte del Fronte Militare Clandestino di Montezemolo, svolgendo azioni militari e raccogliendo informazioni utili al movimento partigiano e agli Alleati. Fu catturato dalla Gestapo il 10 dicembre del '43, insieme al tenente dei carabinieri Romeo Rodriguez Pereira e al capitano dei carabinieri Genserico Fontana, mentre si stava recando da un contabile che procurava denaro ai partigiani. Rinchiuso nel carcere di via Tasso, subì più volte la tortura, ma non rivelò i nomi dei compagni. Fu fucilato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo del '44. Nel dopoguerra gli fu assegnata la medaglia d'oro al valor militare alla memoria. Una lapide lo ricorda a via Chiana a Roma.

 

 

«I bisogni dobbiamo farli nella cella stessa in un recipiente chiamato bugliolo»

 

di Candido Manca

 

[Roma, carcere di via Tasso] 3.1.1944

 

Bolò mia cara,

ho ricevuto tutti i pacchi, il penultimo conteneva il Mom, di quest'ultimo fammi il piacere di mandarmene ancora, vedi di trovare i barattoli che credo sia migliore. Vuoi sapere come passo i giorni? Puoi immaginarlo, in una cella di metri quadrati 4 e 25 cm. mezza internata con una finestra munita di inferriata, ramata a vetri, semibuia. Come vitto ci danno due pagnotelle, caffè la mattina e appena un pasto di minestra alle 12. Nella cella siamo in quattro e dormiamo sul pagliericcio con due coperte a testa, i bisogni dobbiamo farli nella cella stessa in un recipiente chiamato "bugliolo"; sono sicuro che la faccenda dell'evacuazione davanti agli altri ti faccia sorridere sapendo quanto io ero suscettibile a tale funzione. Per riuscirci la parola d'ordine è «faccia al muro»... viene aperta la finestra e appena finito si apre lo sportellino della porta, il perché lo puoi immaginare. La salute è ottima, il raffreddore è quasi scomparso. Con la venuta del quarto abbiamo avuto la sorpresa dei pidocchi. Fattolo sapere al comandante questi ci ha fatto fare il bagno e disinfettare i vestiti al vapore. Dirti le peripezie non basterebbe un quaderno, ne abbiamo passato delle belle e delle brutte. Che vuoi fare ci abbiamo riso sopra. Ti avevo detto di mandarmi roba da mangiare di meno perché tesoro mio vedo che la mia permanenza qui sembra che duri e non vorrei dar fondo a quel poco che abbiamo messo da parte (puoi mandarmi della verdura al posto della carne che nutro desiderio). Quanto vi desidero! Dei giorni sono tanto triste per questo motivo. Per tutto il resto tengo alto il morale data la mia innocenza. Hai fatto bene di essere stata da Ciccillo per il primo dell'anno, così ti sei un pò divagata. Quanta tenerezza mi dai quando mi parli dei bambini, sento di adorarli in un modo tale che spesse volte anzi sempre a me e ai miei compagni di cella ci escono le lacrime. Hai fatto male di non aver allestito l'albero di Natale. Perché hai privato gli angioletti nostri di quella contentezza. Ad ogni modo spero che a Mariella per il suo compleanno avrai comprato qualche bel giocattolo e pure a Giancarlo. Come stai in salute? Mi auguro bene. Mandami cento lire specie da dieci e da cinque. Quella somma che avevo addosso è qui in deposito e la daranno quando uscirò oppure alla famiglia se fornita dell'autorizzazione del Comando Tedesco "albergo Flora". Fammi pervenire il libro di italiano "da Dante al Pascoli" che deve essere sulla ghiacciaia, la copertina è color marrone. Comprami un piccolo dizionario italiano-tedesco, bada deve essere tascabile e deve contenere anche come si pronunziano le parole. Stai attenta a fianco della parola tradotta deve esserci anche come deve leggersi. Al porta pranzo ti sei dimenticata di mettere la guarnizione cosa che ha permesso al signor sugo di uscire. Non ti faccio gli auguri per il nuovo anno ti dico soltanto che questo dovrà apportarci la felicità e la salute, altro non chiedo a Iddio. Ti abbraccio e ti bacio caramente assieme ai bambini tuo per sempre

Candido

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"Generazione Ribelle", storia della Resistenza, deportazione e IMI attraverso lettere e diari dei protagonisti

In libreria "Generazione ribelle" di Mario Avagliano (Einaudi Editore), la storia della Resistenza, della deportazione e degli IMI attraverso le lettere e i diari dei protagonisti

 
(Einaudi, 448 pagine, 24 euro)
 
Più di 150 testimonianze di partigiani, internati militari, donne, preti, deportati, raccolte in anni di ricerche presso archivi pubblici e privati: un diario di quei giorni, “scritto” dagli stessi protagonisti
 
pallanimred.gif (323 byte) Dall’introduzione di  Alessandro Portelli:

Questa raccolta è un contributo importante  e necessario non solo per documentare dall’interno aspetti concreti, quotidiani, dell’esperienza della guerra, della Resistenza, dell’internamento, ma soprattutto per dare consistenza concreta ed eloquente a quello che, con felice immagine, Claudio Pavone ha chiamato “la moralità nella Resistenza”. Per quali ragioni, con quali sentimenti, con quale bagaglio culturale e ideale ciascuno individualmente ha scelto di resistere, andando in montagna o rifiutando l’adesione alla Repubblica Sociale: di questo ci parlano le lettere, i diari, i “testamenti” raccolti con scrupolo e passione da Mario Avagliano. Lettere e diari hanno il pregio inestimabile, assai caro alla tradizione storiografica, di essere fonti coeve, non filtrate quindi dal tempo e dalla memoria (anche se, correlativamente, prive dei vantaggi della prospettiva). Certamente, pochi documenti possono rendere conto con più puntualità ed eloquenza dello stato d’animo di quel tempo, di quanto non facciano queste pagine vergate nella pienezza del tempo, i diari che analizzano le modalità e le ragioni della scelta partigiana nel pieno del suo farsi, quegli ultimi scritti, le lettere dei condannati a morte, o i testamenti spirituali, dove convergono la tragedia del presente, la memoria degli affetti e l’insegnamento per il futuro”

pallanimred.gif (323 byte) Giuliano Vassalli:

"Il libro di Avagliano ha le caratteristiche che lo rendono degno della letteratura sulla Resistenza, in cui si colloca ai primi posti. E' un'opera originale che non è solo raccolta certosina di documenti ma scelta magnifica di lettere e racconti che offrono un richiamo costante alla libertà".

pallanimred.gif (323 byte) Alberto Cavaglion:

"Avagliano ha fatto un'operazione coraggiosa e acuta, che avrei voluto fare anche io, perché ha raccolto e ha messo insieme una serie di lettere e diari scritti in quel momento storico dai protagonisti della Resistenza. Il fattore tempo non è ininfluente, anzi. Il suo è un libro ricchissimo, una vera antologia di testi, in cui sono rappresentate tutte le varie componenti del movimento resistenziale, compresi i militari".

pallanimred.gif (323 byte) Enrico Micheli:

"La raccolta di Avagliano di lettere e diari di partigiani, di deportati e di internati militari ha il merito di raccontare la Resistenza così com'era, dal di dentro, nei suoi aspetti umani, negli affetti, nella fatica della guerra civile, senza l'alone del mito che sarebbe arrivato dopo il '45 ne' le esagerazioni revisioniste di certa storiografia. Mi pare sia il modo migliore per studiare l'apporto decisivo della Resistenza alla lotta ai tedeschi e al fascismo e alla nascita della nostra democrazia, che vide l'uno accanto all'altro militari e civili; professionisti, contadini, operai, insegnanti e studenti; cattolici, azionisti, socialisti e comunisti, ma anche monarchici e moderati tutti rappresentati in questo libro. L'altro grande merito di Avagliano è di ricordare, attraverso i documenti, che la Resistenza è davvero patrimonio comune della nostra identità nazionale, al di là delle contrapposizioni politiche''.

pallanimred.gif (323 byte) Gianfranco Maris:

"Ho apprezzato molto il libro di Avagliano perché la metodologia di ricerca che ha utilizzato è seria e rigorosa. E' questo il modo di fare storia".

pallanimred.gif (323 byte) Massimo Rendina:

"Il libro di Avagliano "Generazione ribelle" raccoglie testimonianze e confessioni forti che concorrono ad un approccio alla verità storica, processo necessario quanto relativo. Trovo la definizione di ribelli invece che partigiani perfettamente 'azzeccata'. Il termine partigiano aveva qualcosa di offensivo, mentre noi eravamo ribelli ai dettami aberranti del fascismo, alla sopraffazione, al terrore, ribelli per amore".

pallanimred.gif (323 byte) Giampaolo Pansa:

"E' un bel libro, in molte pagine anche emozionante, che presenta diari e lettere scritte in quel biennio da dirigenti e militanti della guerra di liberazione".

pallanimred.gif (323 byte) Simonetta Fiori (la Repubblica):

"Il libro di Avagliano offre una cronaca minuta della guerra partigiana (ma anche della deportazione e dell'internamento militare), tanto più efficace quanto più spontanea, antieroica e demitizzante. Voci coraggiose, talvolta ironiche, sempre combattive. Lettere e diari che vanno a comporre un insolito racconto "dal vivo" della lotta partigiana negli anni tra il 1943 e il 1945".

pallanimred.gif (323 byte) Corrado Stajano (l'Unità):

"Generazione ribelle è una sorta di antologia che raccoglie lettere, carteggi, diari, epistolari, estratti di libri che non si trovano più, messi pazientemente da Avagliano in sette anni di ricerche. Avagliano è fedele alla lezione di Nuto Revelli. Le lettere del suo libro - 158 autori di ogni professione e di ogni classe sociale - raccontano fatti minuti, semplici verità, speranza, paura".

pallanimred.gif (323 byte)  Federico Orlando (Europa):

"Queste lettere e questi diari non possono, da soli, fare la storiografia della resistenza, ma hanno il valore di fonte non inquinata da interessi ideologici o editoriali, e aprono la finestra e fanno entrare aria genuina in questa "stanza" dove alcuni italiani continuano a scannarsi per sapere se il sangue dei vinti era meglio di quello dei vincitori o viceversa e con quale bilancino "sarebbe stato giusto" decidere (allora) quanto versarne dell'uno e quanto dell'altro".

pallanimred.gif (323 byte)  Claudio Rizza (Il Messaggero):

"La Storia con la maiuscola è un formicaio dove ognuno porta la sua mollichina. Una sull'altra danno corpo a un Fatto, a una Data, ad un Destino. Generazione ribelle, a cura di Mario Avagliano, è la vicenda di partigiani, di familiari, di deportati, di repubblichini, che raccontano come vivevano la Resistenza (1943-45) ricostruita attraverso un mucchio di molliche: i diari e le lettere di 150 protagonisti. E' come se un grande fratello (che Dio perdoni il paragone) fosse entrato nella vita dei nostri nonni e dei nostri padri, prigionieri o soldati, raccontandola in presa diretta, senza filtri, mediazioni e soprattutto senza riflettori e tv".

pallanimred.gif (323 byte)  Carlo De Risio (il Tempo):

"Il libro di Mario Avagliano - che ha richiesto sei anni di paziente compilazione - offre uno spaccato della realtà umana e non solo combattentistica di quegli anni, attraverso gli scritti non soltanto delle figure di spicco della Resistenza - da Pertini a Parri, da Boldrini a Pintor, a Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, immolato alle Fosse Ardeatine - ma anche di partigiani, internati, militari, deportati. Si scrisse molto in quegli anni, più di quanto non si creda. Di qui un quadro autentico, "dal di dentro" appunto, del movimento partigiano: il che ha costretto l’autore a una minuziosa opera di ricerca e di consultazione presso archivi pubblici e privati. Il libro curato da Mario Avagliano si colloca a buon diritto nella bibliografia essenziale per lo studio del periodo più drammatico della nostra storia contemporanea".

pallanimred.gif (323 byte)  Massimo Lomonaco (Ansa):

"Avagliano ha messo insieme un'opera encomiabile: i diari e le lettere, dal 1943 al 1945, di quella gioventu' italiana che scelse la Resistenza e divento' volutamente 'la generazione ribelle'. Lo ha fatto scegliendo non le testimonianze 'davanti alla morte - come fece, altrettanto encomiabilmente, il volume 'Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana' di Malvezzi e Pirelli - bensi' gli scritti della loro militanza. Nel momento in cui, cioe', scelsero - a partire dall'8 settembre - di stare da una parte. Ne scaturisce alla fine un diario collettivo, seppur originariamente personale, non viziato dal ''clima del dopoguerra e dalle varie interpretazioni storiografiche sul movimento di liberazione''.

pallanimred.gif (323 byte)  Nicola Tiepolo (Libero):

"Si tratta di un testo interessante sotto diversi punti di vista. Nelle lettere e nei diari antologizzati da Avagliano non c'è adesione alla lotta di classe, ma patriottismo. E' un grande affresco che, se non sostituisce certo una storia della Resistenza della quale ancora si sente la mancanza, è un utile correttivo contro una storia del movimento partigiano che di storico ha davvero poco".

pallanimred.gif (323 byte)  Valeria Magnani (Liberazione):

"Dissigillare la Resistenza dalle ceralacche di reliquia da museo, esplorare con coraggio intellettuale in ogni angolo prospettico la sua grandezza e i suoi limiti, i suoi valori e le inevitabili contraddizioni. Questa è la strada percorsa dalla raccolta edita da Einaudi e curata da Mario Avagliano "Generazione ribelle". Oltre che documento storico, il libro è anche patrimonio umano e collettivo insostituibile, dove le parole sono immortalate nelle situazioni più drammatiche. Nel panorama della ricchissima bibliografia sull'argomento pochi testi sono riusciti come questo a rendere gli umori e le atmosfere oltre l'epica storica e a prendere il polso di un'intera generazione".

pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Simonetta Fiori  (La Repubblica, 11 maggio 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Massimo Lomonaco (Ansa, 19 maggio 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di AdnKronos  (Adnkronos, 21 maggio 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione dell'Agi  (Agi, 29 maggio 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Corrado Stajano  (l'Unità, 2 giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte) Intervista di RTL 102,500  (3 giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Filippo Ghira  (Il Giornale d'Italia, 14 giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte) Intervista del GR RAIUNO  (17 giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Carlo De Risio  (Il Tempo, 19 giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Nicola Tiepolo  (Libero, 23 giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte)  La recensione di Francesca M. Leanza  (Left, 23 giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte)  La recensione di Nicola Festa  (Il Quotidiano della Basilicata, 25 giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte)  La recensione di Valeria Magnani  (Liberazione, 28 giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte)  La recensione di Daniele De Paolis  (Patria Indipendente, giugno 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Radio 24  (9 luglio 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Giacomo Kahn (Shalom, luglio 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione de Il Giornale di Sicilia (Giornale di Sicilia, 21 luglio 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione de La Nuova Ferrara  (La Nuova Ferrara, 24 luglio 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Claudio Rizza  (Il Messaggero, 25 luglio 2006)
pallanimred.gif (323 byte)  Intervista di Fahrenheit  (Radio RAI 3, 25 luglio 2006)
pallanimred.gif (323 byte)  La recensione di Francesco Donzelli (Quotidiano di Sicilia, 28 luglio 2006)
pallanimred.gif (323 byte)  La recensione de la Città di Salerno  (la Città di Salerno, 9 agosto 2006)
pallanimred.gif (323 byte)  La recensione di Marco Palmieri  (Rivista ANRP, settembre 2006)
pallanimred.gif (323 byte)  Intervista di RDS  (29 settembre 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Triangolo Rosso  (Triangolo Rosso, ottobre 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Avvenire  (Avvenire, 8 novembre 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Calabria Ora  (Calabria Ora, 27 novembre 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Federico Orlando  (Europa, 1 dicembre 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Giorgio Fabre  (Panorama, 14 dicembre 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Le Reti di Dedalus  (dicembre 2006)
pallanimred.gif (323 byte) La recensione di Pietro Gargano  (Il Mattino, 30 dicembre 2006)
 
 
 
pallanimred.gif (323 byte)  Il libro

La ricerca da cui è nato questo libro è un tentativo di ricostruire dal vivo una cronaca dei due anni della Resistenza italiana, scandita attraverso i diari e le lettere ai familiari, alle fidanzate o agli amici di partigiani, di militari e di deportati.

Ne scaturisce un diario di quei giorni, “scritto” dagli stessi protagonisti. Un diario non viziato dal clima del dopoguerra e dalle varie interpretazioni storiografiche sul movimento di Liberazione (si spiega così l'esclusione della memorialistica non coeva ), ma che invece trasporta anche emotivamente chi legge - come in un susseguirsi di vertiginosi flashback - dall’illusione del 25 luglio 1943, con la caduta del regime fascista e dei suoi simboli, fino all'aprile del '45 e ai festeggiamenti con le bandiere tricolori all'atto della liberazione di Milano.

Dei due anni della guerra di Liberazione, il "diario" - seguendo un doppio registro, cronologico e tematico - mostra dal di dentro lo sbandamento dell'esercito italiano all'annuncio dell'armistizio; la lotta contro i tedeschi negli avamposti all'estero; la fatica della guerra civile sulle montagne e dentro le città; il carcere, le torture e gli eccidi nazisti; la deportazione nei lager; la scelta dei militari internati di non aderire alla Repubblica Sociale. Emergono, tuttavia, anche le divisioni - a volte violente - all'interno del movimento partigiano. Così come si appalesa la linea di confine molto labile che, in qualche circostanza, passava tra chi militava nella Resistenza e chi sceglieva la Repubblica di Salò.

Le lettere e i diari dei partigiani, dei militari e dei deportati aiutano a comprendere lo spirito del tempo, i comportamenti, i timori, i pregiudizi, le speranze di una generazione di italiani che rifiutò il fascismo e si ribellò ai tedeschi in nome della libertà e dell’amor di Patria.

pallanimred.gif (323 byte)  L'autore

MARIO AVAGLIANO è nato a Cava de’ Tirreni. Vive e lavora a Roma. Giornalista professionista, studioso di storia contemporanea, è vicedirettore delle Relazioni Esterne e della Comunicazione dell'Anas e collabora con i quotidiani del gruppo Agl-L’Espresso. Ha lavorato per diverse testate tra cui: Il Messaggero, il Giornale Radio della Rai, il Giornale di Sicilia. E’ membro dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza e della Sissco, ed è direttore del Centro Studi della Resistenza dell’Anpi di Roma-Lazio e direttore e webmaster del portale “storiaXXIsecolo.it”. Finora ha pubblicato: Il partigiano Tevere. Il generale Sabato Martelli Castaldi dalle vie dell'aria alle Fosse Ardeatine (1996); Roma alla macchia. Personaggi e vicende della Resistenza (1997); Il Cavaliere dell'Aria. L'asso dell'aviazione Nicola Di Mauro dal mitico Corso Aquila ai record d'alta quota (1998); "Muoio innocente". Lettere di caduti della Resistenza a Roma (in collaborazione con Gabriele Le Moli, 1999); Il Profeta della Grande Salerno. Cento anni di storia meridionale nei ricordi di Alfonso Menna (in collaborazione con Gaetano Giordano, 1999); Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945 (2006).

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