Intervista ad Amedeo Ariano, musicista jazz
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di Mario Avagliano
“Salerno è l’anagramma di Orleans, come New Orleans, la città del jazz...”. Parola di Amedeo Ariano, classe 1967, salernitano del quartiere Pastena, batterista di Lucio Dalla e di Sergio Cammariere, considerato dal pubblico e dalla critica tra i più talentuosi percussionisti italiani di jazz. Nonostante viva a Roma da quattordici anni, Ariano è molto orgoglioso delle sue origini, che sbandiera in tutte le occasioni. Il suo ultimo disco, appena uscito in tutta Italia, distribuito da Emi per l’etichetta Via Veneto Jazz, s’intitola “Salerno Liberty City Band”, e riunisce alcuni dei migliori musicisti salernitani di jazz: Alfonso Deidda (piano, sax alto), Daniele Scannapieco (sax tenore), Dario Deidda (contrabbasso), Sandro Deidda (sax, clarinetti), Giovanni Amato (tromba), Gerry Popolo (sax, clarinetto, flauto).
Quando si è avvicinato alla musica?
Ho cominciato a suonare che avevo appena 6 anni di età. Ho studiato per un paio di anni pianoforte Poi mio padre comprò una batteria, fui affascinato dal suono di quello strumento e me ne innamorai. Da allora non ho più smesso.
La sua è una famiglia di artisti?
Siamo tre fratelli gemelli, tutti con la passione dell’arte. Mio fratello Luigi è bassista elettrico di blues e mia sorella Adele è ballerina, insegna all’Accademia di Danza di Roma.
Quando ha debuttato?
La mia prima esibizione dal vivo è stata a 14 anni, in una trasmissione di una tv privata salernitana che assomigliava un po’ a Sarabanda. I concorrenti dovevano indovinare il titolo del brano ascoltando solo tre note. Ricordo che nella band mancava il bassista. Fui io a prendere un basso elettrico a mio fratello Luigi e a convincerlo ad unirsi a noi. Dopo quell’esperienza, anche Luigi è stato contagiato dal virus della musica. E così siamo cresciuti suonando insieme ogni giorno, fino a tarda notte, nella nostra cameretta.
Qual è stato il momento di svolta nella sua formazione musicale?
Sembrerà strano, ma è stato l’anno di militare a Fano. Quando mi diedero i primi 15 giorni di congedo ordinario, invece di tornare a Salerno, seguii il corso di perfezionamento presso l’Umbria Jazz, dove ebbi la fortuna di avere come maestro Marcello Pellitteri.
Salerno negli anni Ottanta è stata una grande fucina di musicisti.
E’ vero. C’erano grossi musicisti di diversa estrazione musicale: jazz, blues, musica classica. Io a 16-17 anni suonavo con un gruppo di jazz-rock che si chiamava Zona Orientale, formato da Peppe Zinicola alla chitarra, Renato Costarella al pianoforte e Maurizio Caldieri al basso, poi sostituito da Paolo Pelella. Provavamo in una cantina, a casa di Peppe Zinicola. Per me è stata una vera e propria scuola.
Lei frequentava anche il Mumble Rumble.
Abitavo vicino al Mumble Rumble e quindi c’ero di casa. Lì sono passati tutti i musicisti salernitani: i fratelli Deidda, i fratelli Zinicola, Stefano Giuliano, Angelo Cermola, Caldieri, i Pelella e tanti altri. Per noi era il locale per eccellenza, ci tenevamo, e per questo, nelle ore libere, non disdegnavamo di fare qualche lavoro per migliorarlo: che so, pitturare le pareti oppure insonorizzare la sala. L’altro luogo dove ci riunivamo, era un miniappartamento che avevamo fittato a Fratte e che chiamavamo “il Posto”. Passavamo tutta la giornata a suonare lì e a scambiarci esperienze e ritmi.
Quali sono i musicisti salernitani con i quali ha avuto più rapporti umani e musicali?
Direi i fratelli Deidda: Dario Alfonso e Sandro. Con loro ho un sodalizio che dura da sempre. Poi Daniele Scannapieco, Gerry Popolo, Giovanni Amato e Bruno Brindisi.
Il fumettista?
Proprio lui. E’ un tastierista di straordinario talento musicale. Ricordo che intorno alla metà degli anni Ottanta non voleva più suonare. Per convincerlo, fui costretto ad andare a casa sua non so quante volte... Formammo un gruppo di fusion che si chiamava Gad-b Band, dalle iniziali di Gerry, Amedeo, Dario e Bruno. Ci divertivamo un mondo. Poi Bruno ha fatto la scelta di dedicarsi totalmente al fumetto, ma avrebbe avuto successo anche come musicista.
Si può parlare di una scuola salernitana del jazz?
La scuola musicale salernitana è un fatto consolidato. In Italia non c’è città che possa vantare tanti bravi musicisti al pari di Salerno. Certo, dopo Gaetano Fasano e Antonio De Luise, non sono usciti fuori altri talenti. Non conosco musicisti salernitani ventenni di belle speranze. L’unica eccezione è il pianista Julian Olivier Mazzariello, un grosso musicista che di sicuro si farà conoscere a livello internazionale. D’altra parte ormai a Salerno non c’è più un posto dove riunirsi per fare jam-session. So che stanno cercando di rilanciare il Mumble Rumble, e mi fa piacere, ma mi sembra che i tempi siano diversi da quelli di una volta.
Nella sua carriera, lei ha attraversato diversi generi musicali.
Fino a 18 anni ho suonato essenzialmente musica leggera. Poi sono passato al blues, quindi al rock-blues e infine alla fusion. Da molti anni ormai è il jazz la mia fonte di felicità.
Nella sua predilezione per il jazz, ha contato anche il sodalizio con Adriano Mazzoletti?
Beh, quando nel 1992 ho conosciuto Mazzoletti a Roma, grazie a lui ho potuto suonare con i più grandi musicisti europei e americani. Parlo di gente come Johnny Griffin, Sonny Fortune, Bobby Watson, George Coleman, Benny Golson, Mulgrew Miller, e vari altri. Con tanti di loro è nato un feeling che mi porta ancora adesso a fare concerti in giro per il mondo.
Ora è in pianta stabile nella band di Sergio Cammariere.
Sergio è un musicista di grande talento. La musica ce l’ha nel sangue! Collaboro con lui dal 1998. E’ una persona molto simpatica, anche se, come tutti gli artisti, ha un carattere un po’ particolare. Quel che più conta è che siamo amici e che mi piace suonare con lui.
Tra i musicisti con i quali spesso suona, c’è anche un certo Lucio Dalla...
Lucio è una persona meravigliosa, uno di quei pochi artisti che meritano di essere considerati tali. Negli ultimi tempi ho suonato spesso con lui. Ricordo in particolare con emozione la serata al Teatro dell’Opera di Vienna, in una sala affollata all’inverosimile, dove – insieme al grande Stefano Di Battista - abbiamo proposti i suoi pezzi riarrangiati in chiave jazzistica. Siamo diventati amici, siamo stati anche insieme in barca alle Tremiti.
E l’esperienza con Alex Britti?
Nel 1995 mi fecero un contratto in Rai, a Uno Mattina. Dovevo mettere su una band. Chiamai Agostino Penna alle tastiere e il salernitano Enzo Autuori al basso. Mi mancava un chitarrista-cantante. Telefonai ad Alex, che allora era semisconosciuto, e lui subito accettò. In seguito Britti mi propose di formare un gruppo di blues, che cantasse in italiano. Io in quel periodo suonavo in un gruppo di rock-blues piuttosto quotato, gli Almanegra, con Gianni Ventre alla chitarra e mio fratello Luigi al basso. Il progetto di Alex era interessante ma non credevo che potesse avere successo, e gli dissi quello che pensavo. Neppure un anno dopo Alex scalava le classifiche con il suo disco... Ci siamo rivisti durante la registrazione del disco di Sergio Cammariere, che è un suo grande amico. Sono contento del suo successo.
Come si potrebbe definire il sound della batteria di Amedeo Ariano?
Il sound della mia batteria è energico, istintivo, a volte anche delicato, di sicuro versatile. Mi piace la buona musica.
Com’è nata l’idea del suo ultimo disco, “Salerno Liberty City Band”.
E’ un disco prodotto da me e composto e suonato esclusivamente da musicisti salernitani. E’ una testimonianza di un gruppo di musicisti che sono cresciuti e maturati insieme e che continuano il loro viaggio musicale in Italia e in Europa uniti dalle origini, dal tipo di musica che suonano e soprattutto dall’amicizia.
C’è molta Salerno nel disco?
Eccome! Innanzitutto le sonorità sono mediterranee. E poi è un disco che ti fa sentire il calore del Sud. I brani sono quasi tutti originali e davvero belli. A pochi giorni dall’uscita del disco, ci sono pervenute richieste perfino dalla Francia. Penso che sia un bel regalo di Natale. Peccato che nella mia città finora nessuno abbia pensato di chiedermi di presentarlo. Né la Regione, né la Provincia, né il Comune. Eppure ho fatto tanto per il jazz a Salerno, ho organizzato decine di festival, e come gli altri musicisti salernitani ho portato il nome di Salerno in giro per l’Italia e per l’Europa, con orgoglio e con onore.
Com’è di carattere Amedeo Ariano?
Ho un brutto carattere. Sono un po’ irascibile e ho modi particolari. In questo momento, sono anche deluso dal punto di vista sentimentale. Però nella mia vita cerco sempre di essere giusto e di non fare del male a nessuno. Mi piace stare in pace con le persone. Non mi piace litigare.
Che cosa le manca della sua città?
Mi manca il lungomare. Mi mancano i miei parenti, i miei amici, l’aria particolare che si respira a via dei Mercanti. Salerno è magica. Quando arrivo all’uscita di Salerno sull’autostrada, penso sempre che la mia città è fantastica. E che bisognerebbe valorizzarla. Si è fatto molto per recuperare il centro storico, per curare gli arredi, ma Salerno merita di più. Per le sue bellezze, per la sua posizione geografica, per la sua gente, merita di essere una capitale della cultura e del turismo del Mezzogiorno.
(La Città di Salerno, 12 dicembre 2004)
Scheda biografica
Amedeo Ariano è nato a Salerno il 21 giugno del 1967. Batterista e percussionista autodidatta, si avvicina giovanissimo alla musica. Ha all'attivo un'intensissima attività concertistica al fianco di musicisti stranieri di fama mondiale come: Johnny Griffin - Sonny Fortune - Bobby Watson - Richie Cole - George Garzone - James Moody - George Coleman - Benny Golson - Ronnie Cuber - Larry Schneider - Larry Smith - Kirk Lightsey - Mulgrew Miller - Alan Jean Marie - Cedar Walton - Jon Faddis - Conte Candoli - Claudio Roditi - Buky Pyzzarelly - Bireli Lagrene - Camerun Brown - Mike Mainieri - Gianni Basso - Umberto Fiorentino - Maurizio Giammarco - Stefano Sabatini - Dado Moroni - Franco Ambrosetti - Flavio Boltro - Stefano Di Battista - Tony Scott ed altri. Ha già preso parte a numerose incisioni discografiche con noti jazzisti italiani, nonché a colonne sonore di film. Nel ruolo di batterista ha recitato nei film: "Titus" con Jessica Lange ed Anthony Hopkins, e "Gli eredi" con Anna Falchi. Ha suonato "live music" in diverse sfilate di moda tra cui: Lancetti, Joy's & Jo, Modamed. La sua versatilità musicale gli consente di far parte di gruppi musicali anche fuori dal circuito del jazz come: pop, blues, funky e musica leggera. Partecipa a diversi programmi televisivi tra cui: "Uno Mattina" (Inverno '96, RAI 1), "Maurizio Costanzo Show" (Inverno '98, Canale 5), "Tribù" ('98, MC), "Tappeto Volante" ('99, TMC), orchestra "Mambo AI" di "Domenica In" (intera edizione'99-2000' RAI 1), orchestra "I Luna D'oro" di "Uno Mattina" (intera edizione estate 2000, RAI 1). Dal '92 ad oggi ha suonato in numerosi festival del jazz italiani ed esteri, tra cui: Veneto Jazz - Padova Jazz - Worldwide Festival, Belluno - Bologna Jazz Festival - Umbria Jazz-Roma Jazz festival ed altri.Esteri: Berlino, Monaco, Amburgo, Mosca, Ankara, Zurigo, Malta, Barcellona ed altri. Sempre dal '92 insegna batteria all'Accademia musicale "Setticlavio" in Salerno. Inoltre, è coordinatore nazionale dell' AIPS (Associazione nazionale professionisti dello spettacolo); direttore artistico e consulente musicale del "Festival internazionale del Jazz e del Blues degli Alburni" (di tutte le edizioni, arrivate oramai all'ottava); presidente dell'Associazione Musicart dall'estate 2001 e consulente artistico e musicale del festival "Ho Jazz Bee Good" di Mosciano S.Angelo (TE) e del "Festival Degli Appennini" di Silla (BO).