Intervista a Vito Cinque

di Mario Avagliano
 
“Se non si regolamentano gli accessi dei turisti in Costiera Amalfitana, perderemo quote crescenti di mercato”. A lanciare l’allarme è Vito Cinque, manager dell’Hotel San Pietro di Positano, l’albergo di charme più bello della nostra costa, con una clientela internazionale e un fatturato annuo di 9 milioni di euro, 115 dipendenti e un indotto di 400-450 addetti. Vito Cinque, assieme al fratello Carlo, è l’erede dei mitici Carlo e Salvatore Cinque, pionieri del turismo della costiera negli anni del dopoguerra. Intervistato da la Città, il manager positanese lamenta l’assenza di servizi e di strutture per il turismo, critica duramente la gestione degli ingressi in costiera, che porta caos e turba il delicato ecosistema del territorio, ed invita i colleghi albergatori a fare sistema per migliorare le cose ed innalzare gli standard dell’offerta turistica.
 
Come ricorda la Positano della sua infanzia?
Allora Positano per me era un enorme parco giochi. Non voglio fare il romantico, ma ho ricordi bellissimi di quel periodo. Passavamo tutto il giorno a giocare a nascondino per le scale e nei vicoli di Positano, avendo come ultimo confine Praiano. Oppure a sfidarci in interminabili partite di calcio sulla spiaggia o al “Giro d’Italia”, con i tappi di sughero, disegnando fantastiche piste sulla sabbia… Oggi invece i bambini vivono davanti al computer!
Lei è cresciuto nel mito di suo zio Carlo Cinque, fondatore prima dell’Hotel Miramare e poi dell’Hotel San Pietro…
E’ vero. Zio Carlino aveva girato il mondo, conosceva quattro lingue, aveva la dote innata del buon gusto ed era una persona dal fascino e carisma eccezionali. Sicuramente ha avuto una grande influenza su di me e su mio fratello Carlo. Ricordo ancora una sera del 1980. Avevo appena dodici anni e zio Carlino venne a prendermi in stanza. Nonostante fossi in pigiama, mi portò sulla terrazza del San Pietro e mi presentò agli ospiti dicendo: “Un giorno saranno lui e il fratello a dirigere questo albergo”.
E così è andata.
Già, fu proprio quella sera che decisi che avrei fatto l’albergatore. E così all’età di quattordici anni mi iscrissi alla scuola di management alberghiero a Ginevra, anche se prima dovevo conseguire il diploma di maturità e lavorare per un anno in un grande albergo. Insomma, il mio percorso era tracciato. Nel 1986 mi sono diplomato al liceo classico di Sorrento, subito dopo ho lavorato per un anno all’Hotel de Crillon di Parigi e infine ho studiato e mi sono specializzato in Svizzera.
Lei ha anche avuto l’esempio di sua madre.
Sì, mia madre Virginia Attanasio ha sempre fatto questo lavoro, fin da quando aveva dodici anni d’età, al fianco di zio Carlino e di suo fratello Salvatore. Mio padre Giuseppe, invece, era un cardiochirurgo, era primario del Reparto di Chirurgia d’urgenza all’Ospedale San Leonardo di Salerno.
Come e quando è nata l’epopea della famiglia Cinque?
La storia della nostra famiglia è una storia di zii e di nipoti. Fu mio zio Carlino ad iniziare l’attività di albergatore, non appena tornò dalla seconda guerra mondiale. Ebbe in eredità dal padre una vecchia casa positanese, arroccata in uno dei luoghi più suggestivi di Positano, la famosa "Scalinatella", riadattandola e facendone un albergo, che fu inaugurato nel 1946 con il nome di Hotel Miramare. All’inizio l’albergo aveva quindici camere. Lui affittò tutte le case attorno all’hotel e così portò a cinquantadue il numero di stanze. 
Nel successo del Miramare e più in generale del turismo a Positano c’è anche il segno degli americani.
Nell’immediato dopoguerra il generale Desmond Smith, capo di Stato Maggiore delle forze alleate del Mediterraneo, requisì l’albergo, alloggiandovi gli ufficiali americani, inglesi e canadesi che s’innamorarono di Positano e vi tornarono da turisti. Ecco perché giustamente si dice che il generale Smith è stato uno degli artefici del successo del turismo in costiera amalfitana. Lui stesso veniva almeno due volte all’anno a Positano. Grazie a questa fama internazionale, negli anni Cinquanta e Sessanta il Miramare ospitò varie star del mondo artistico e culturale mondiale, come Lex Baxter, Lana Turner, Totò, Anna Maria Pierangeli, Vittorio Gassman. 
L’altro grande personaggio della famiglia Cinque è suo zio Salvatore.
Se zio Carlino era la mente creativa della famiglia, zio Salvatore era il braccio operativo. Senza di lui, l’impresa non avrebbe avuto successo. Anche da lui ho imparato tantissimo, in particolare come si governa un’azienda complessa come la nostra.
Quando ha aperto i battenti l’Hotel San Pietro?
La storia del San Pietro è la storia della realizzazione del sogno di un uomo, zio Carlino, che trasformò la villa privata che aveva costruito nel 1962, sulla punta di una scogliera, in uno degli alberghi più belli d’Italia. Oggi l’Hotel, che fu inaugurato nel 1970, viene definito giustamente una meraviglia architettonica, eppure non deve niente ad architetti o a designer, ma è frutto della fantasia, dell’intuizione e dello straordinario gusto estetico di mio zio, che volle farne un piccolo Eden, una perla incastonata tra le rocce della scogliera.  
Perché si chiama San Pietro?
Perché sorge ai piedi della cappella di San Pietro, protettore di questa zona di Positano, che fu edificata nel XIX secolo dal commerciante positanese Filippo Talamo.
Lei quando è diventato il direttore del San Pietro?
Nel 1996, dopo la scomparsa di zio Salvatore. Mio fratello Carlo aveva trent’anni e io ventisette. Abbiamo deciso di andare avanti e finora la scommessa è stata vinta.
E’ difficile dirigere un’impresa turistica in Costiera Amalfitana e nel salernitano?
Moltissimo, ma non credo che sia un discorso solo di Salerno o di Mezzogiorno. La verità è che in Italia tutti gli imprenditori del settore turismo non sono capiti. Eppure il turismo è l’attività con più alta vocazione occupazionale che esista. Ciò nonostante lo Stato, invece di fissare regole chiare e di semplificarci la vita, mette lacci e lacciuoli alla nostra attività, richiedendo licenze e autorizzazioni per ogni singola cosa. 
Tipo?
La lista è lunga. E’ possibile che io non possa vendere un pacchetto di sigarette al cliente senza apposita licenza? E perché se un amico di un cliente vuole fermarsi a cena, non può farlo? E’ immaginabile che debba pagare le tasse sui televisori e sui frigobar di ogni camera e che il Piano Urbanistico Territoriale preveda che a Positano non si possono costruire piscine, mentre a Ravello sì? Ecco perché tanti imprenditori italiani avviano attività alberghiere in Spagna, dove non esistono tutti questi problemi. Ed ecco perché le catene alberghiere internazionali, come Four Seasons, non investono in Italia quello che investono in altre parti del mondo.
Come mai in Costiera Amalfitana il turismo dura soltanto quattro-cinque mesi all’anno? 
Non basta l’incanto del paesaggio per attrarre i turisti, occorrono anche i servizi, e qui non esiste nulla. Mancano le strutture sanitarie. Non ci sono spazi dove organizzare mostre o esposizioni né tanto meno centri convegni. A Ravello fanno la guerra a chi tenta di realizzare un auditorium. Le infrastrutture sono insufficienti. Sono assenti perfino quelli che sono i primi segnali di civiltà turistica, dai bagni pubblici ai depositi bagagli, dalle pensiline delle fermate degli autobus ai centri di accoglienza e di informazione. Per non parlare di come vengono gestiti gli ingressi turistici.
Cioè?
Siamo di fronte all’anarchia totale. La Costiera è per sua natura un ecosistema fragile, dagli equilibri delicati, che può sopportare un numero limitato di turisti. E invece d’estate assistiamo all’invasione degli autobus dei tour operator, che portano sulla nostra costa turisti che passano senza lasciare nulla al sistema economico locale e senza neppure un bel ricordo della vacanza italiana.
Che cosa bisognerebbe fare?
Avere il coraggio di regolamentare gli ingressi, come fanno in tante altre zone d’Italia, da Portofino all’isola della Maddalena. I turisti cercano pace, tranquillità, servizi, non la folla, la disorganizzazione e il caos.  
Gli albergatori non hanno colpe?
Sì, senza dubbio, siamo troppo divisi tra di noi e non riusciamo a fare sistema. Occorrono meno piagnistei e più volontà comune di migliorare le cose e di proporre soluzioni valide a chi ci governa. 
La dimensione familiare di un’impresa è un vantaggio o uno svantaggio?
Se si va d’accordo, come avviene tra me, mio fratello Carlo e nostra madre, la risposta è sì. A condizione che la struttura familiare non si traduca nella cristallizzazione delle posizioni e nel timore di mettersi in gioco.   
Che cosa distingue l’Hotel San Pietro dagli altri alberghi della Costiera Amalfitana e quali sono le caratteristiche della vostra offerta alberghiera?
Innanzitutto l’unicità del posto. Il San Pietro domina la baia di Positano da un promontorio a strapiombo sul mare, offrendo un panorama mozzafiato da Praiano all’arcipelago de Li Galli fino ai Faraglioni di Capri. E’ poi è l’unico albergo della Costiera con spiaggia riservata e accesso diretto, è dotato di un centro fitness e ha un ristorante insignito con stella Michelin. Insomma, è un albergo di emozioni e di sostanza.
Chi sono gli ospiti più famosi che hanno scelto il San Pietro negli ultimi trent’anni?
Per noi tutti gli ospiti sono importanti. Se proprio devo fare qualche nome, citerei Robert De Niro, Julia Roberts, Gorbaciov, Franco Zeffirelli, George Clooney, Monica Vitti, Francois Mitterand.
Com’è nel privato Vito Cinque?
L’opposto del manager che dirige l’albergo. Sul lavoro sono perfezionista, esigo il meglio da me stesso e dai miei collaboratori. Nel privato, invece, sono una persona semplice, che si veste in jeans e maglietta e si diverte a fare sport e, quando capita, a cucinare per se stesso e per gli amici. Una persona che ama Positano e ama il mare.
A proposito di mare, sarà pulito quest’anno?
Ricordo che una volta l’ingegner Loro Piana, grande manager dell’omonima industria tessile, mi disse testualmente: “Se gli arabi hanno il petrolio, a Positano avete il mare”. Detto questo, il vero problema del mare della costiera resta il disinquinamento del fiume Sarno, ma devo aggiungere che negli ultimi anni la qualità dell’acqua è migliorata molto. I depuratori di Positano funzionano bene e per quanto ci riguarda, noi facciamo il possibile. Il nostro albergo ha anche ottenuto la certificazione europea ambientale. 
 
 (La Città di Salerno, 23 aprile 2006)
 
 
Carta d’identità
 
Luogo e data di nascita: Vico Equense (Napoli), 6 gennaio 1968. E’ cresciuto e vive a Positano.
Titolo di studio: diplomato al Liceo Classico S. Anna di Sorrento. Specializzazione all’Ecole  hôtelière de Lausanne (School of Hospitality Management) Lausanne (Switzerland)
Hobby: lo sport, in particolare il tennis e la maratona (ha partecipato alla maratona di New York).
L’ultimo libro letto: Harry Potter e il calice di fuoco, di Joanne K. Rowling.
Il film preferito: Le grand bleu, del regista francese J. L. Besson
Incarico: General Manager dell’Hotel San Pietro di Positano.
 

Lascia un commento

Assicurati di inserire (*) le informazioni necessarie ove indicato.
Codice HTML non è permesso.