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Elezioni, qua succede un 48

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1948. Gli italiani nell’anno della svolta, l’ultima fatica letteraria di Mario Avagliano e Marco Palmieri, pubblicata da poche settimane da Il Mulino è tutto da leggere per diversi motivi. Prima di tutto perché è un libro scritto bene, che si fa leggere e che spiega raccontando con un linguaggio piano e comprensibile un periodo complicatissimo della vita nazionale. Poi perché – come si è detto -, fornisce gli elementi conoscitivi utili per capire meglio anche quello che sta accadendo oggi.

Avagliano e Palmieri – da storici -, ripercorrono passo dopo passo l’avvicinarsi alla giornata elettorale del 18 aprile del ’48, lo svolgimento della giornata stessa e poi cosa accadde dopo. E lo raccontano guardando a tutti gli aspetti (la propaganda delle parti, le pressioni internazionali, il vissuto degli italiani, l’atteggiamento delle Istituzioni, quello della Chiesa), e utilizzando tutto il materiale possibile, spesso inedito. Scorrono così sotto gli occhi di chi legge diari, lettere, interviste, relazioni delle autorità e di pubblica sicurezza, carte di partito, documenti internazionali, giornali, volantini permettono di ricostruire il quadro complesso dell’Italia dell’epoca, illuminando anche molte questioni che hanno caratterizzato i decenni successivi, fino ai nostri giorni.

Ma non basta. Perché gli autori – da giornalisti –, scrivono quasi in presa diretta, non fanno sconti a nessuno, raccontano senza giudicare. Fanno cioè quello che ogni buon storico e ogni buon giornalista dovrebbe fare. Ciò che emerge è, appunto, un racconto ma anche la collezione di una serie di strumenti per capire il passato e il presente, scoprendone le differenze così come le analogie. Si susseguono così episodi della grande e della piccola politica. Anche a Torino e in Piemonte. Curiosa, per esempio, è la vicenda raccontata da Diego Novelli, futuro sindaco, allora 17enne espulso dalla Messa perché “cattolico di sinistra” (pagg. 121-122). Drammatica, invece, la cronaca di quanto accadde a Torino subito dopo l’attentato a Togliatti e la dichiarazione di sciopero generale, con le fabbriche bloccate, la Fiat occupata: “A Mirafiori i lavoratori bloccano in fabbrica sedici persone, tra cui l’amministratore delegato Vittorio Valletta” (pag. 309).

Certo, il 1948 davvero condizionò e cambiò (forse) il futuro del Paese; difficile dire adesso se il 2018 avrà lo stesso ruolo. Ma certamente “1948” di Avagliano-Palmieri  ha già un ruolo chiaro: metterci in condizione di capire di più e meglio cosa sta accadendo.

Bella, poi, la citazione di Paolo Monelli posta in quarta di copertina del libro, che dà in poche righe il senso di quanto accadde e – tutto sommato – di ciò che in qualche modo accade anche oggi: «Un tumulto, un’agitazione, un ondeggiare di folle sempre maggiore, da una piazza all’altra, da un comizio all’altro, e blaterare di altoparlanti, e sbocciare di manifesti l’uno sull’altro, e gualdane di attacchini arditi e petulanti come guerrieri d’assalto…».

(pubblicato su lospiffero.com)

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