Intervista a Beatrice Fazi, attrice

 di Mario Avagliano
 
Molti ricordano ancora Nunziah, la ragazzina sfigata che imperversava con i suoi nonsense nella fortunata trasmissione televisiva Macao, di Gianni Boncompagni. A interpretarla era Beatrice Fazi che, insieme a Yari Gugliucci, rappresenta la nuova leva degli attori salernitani, cresciuti all’ombra del teatro San Genesio e poi approdati a Roma, nella Mecca dello spettacolo italiano. Mora, occhi a mandorla, brillante, spiritosa, la Fazi ha lavorato in teatro con Gigi Proietti, Tato Russo e Angelo Orlando, ha avuto parti di protagonista nei film di Francesco Apolloni e Salvatore Piscicelli, e alla metà degli anni Novanta è stata una delle promotrici della straordinaria stagione della musica d’autore romana, che ha visto emergere cantanti come Daniele Silvestri, Max Gazzè e Niccolò Fabi.
 
Quando pensa a Salerno, che cosa le viene in mente?
Salerno per me è i ricordi dell’adolescenza. L’odore dell’acqua salata, e il vento sul lungomare, le corse in motorino, l’atmosfera particolare dei locali del centro storico con i primi concerti dal vivo, la strada dove abitavo da piccola: via Luigi Guercio, gli anni al Liceo Scientifico Severi, lo struscio su via del Corso davanti al Burger King.
Lei ha iniziato a recitare prestissimo. Come mai?
Non lo so, forse istinto naturale. Ricordo che a 5 anni di età avevo visto in tv lo sceneggiato la “Baronessa di Carini” e mi divertivo a recitare la scena madre, altamente drammatica, in dialetto siciliano. Sembra che abbia nelle vene sangue dell’attore Checco Durante. Anche i miei genitori, da giovani, avevano avuto qualche esperienza nel mondo dello spettacolo. Mio padre Rosario, sindacalista della Cisnal, aveva una bellissima voce e aveva recitato e cantato. Mia madre era stata Desdemona in uno spettacolo del Teatro San Genesio. Mia zia Paola Fazi era attrice dilettante.
Un destino segnato. Ricorda la sua prima volta sul palcoscenico?
Devo dire che mi hanno incoraggiata in tanti ad intraprendere questo percorso. La mia maestra alle elementari, Ida Mauro, mi faceva recitare poesie o suonare la pianola. Il primo personaggio che ho interpretato è stato quello di Giulietta, alle scuole medie. Ricordo che per “costruire” la scenografia del balcone, mettemmo i banchi uno sopra l’altro.
Da allora non si è più fermata...
Recitare ti da’ sensazioni bellissime e, quando inizi, non puoi più farne a meno. E’ una specie di “condanna a morte”! Così, quando avevo 13-14 anni, misi in croce mia madre perché volevo iscrivermi ad una scuola di teatro. Sandro Nisivoccia organizzava una leva teatrale al San Genesio, io mi iscrissi e fui presa. Il primo spettacolo che mettemmo in scena fu “Morte di Carnevale” di Raffaele Viviani. Io ricoprivo il ruolo di Sisina, una bambina ritardata e infelice, con i codini e la frangetta da deficiente, che poi in parte mi ha ispirato il personaggio di Nunziah a Macao. 
Il teatro San Genesio ha rappresentato una vera e propria scuola per diversi personaggi dello spettacolo di origini salernitane.
E’ vero. Per me è stata un’ottima scuola, e guai a chi si permette di considerarla filodrammatica. Nisivoccia e Regina Senatore mi hanno insegnato tantissimo, mi hanno dato le basi di questo mestiere: il rigore, la professionalità, il teatro come un rito, il rispetto degli orari, il silenzio durante le prove. Frequentavo anche i loro figli, Anna e Roberto, che sono tuttora miei amici. 
Tra i suoi compagni di viaggio di allora c’era anche Yari Gugliucci, uno degli attori emergenti del cinema e della fiction italiane, che ha lavorato con i fratelli Taviani e con Lina Wertmuller.
Io e Yari abbiamo iniziato al San Genesio. Lui scherzava sempre dietro le quinte, tanto che a volte rischiava di bucare le scene, ma già allora si capiva che aveva un grandissimo talento. Genio e sregolatezza. Poi a Roma abbiamo fatto varie altre cose assieme, divertendoci come dei matti.
Già, perché lei a 18 anni, prese armi e bagagli e si trasferì nella capitale...
Un giorno due attori cavesi, Peppe Bisogno e Martino D’Amico, che frequentavano l’Accademia del Teatro di Roma, tennero una lezione al San Genesio sui metodi di insegnamento di quella scuola. Per me fu una sorta di folgorazione. Sognavo di diventare qualcuno fin da quando ero bambina e quindi sentii l’impulso irrefrenabile di andare nella capitale. Salerno non offriva molto, e poi in quel periodo, tra i giovani, circolava tanta droga. Mia madre mi diede una mano, mio padre un po’ meno. Si erano separati da poco, e forse io volevo fuggire anche da quella situazione familiare, che si era fatta un po’ pesante.
Gli inizi non sono stati facili.
Ho cominciato a lavorare nel teatro romano off, con Fabio Morichini, nelle cantine del Colosseo. Guadagnavo pochi soldi, tanto è vero che, per mantenermi, facevo la cameriera al Bar della Pace. Intanto avevo vinto una borsa di studio alla scuola di teatro della Scaletta, diretta da Orazio Costa, e - a forza di fare provini - mi ero procurata qualche partecipazione ad Avanzi e al varietà estivo La piscina, condotto da Alba Parietti.
Il momento della svolta?
Il provino vinto nel 1991 per condurre il programma per bambini “Big!”, con Sammy Barbot. Fu la mia prima trasmissione televisiva da protagonista, su RaiUno, e mi fece conoscere al pubblico degli addetti. Nel frattempo, assieme ad alcuni amici, tra cui Alberto Molinari e Andrea Marotti, aprii il Locale, in Vicolo del Fico, che rappresentò per alcuni anni il punto di riferimento dei cantautori emergenti della capitale, come Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri.
Con Silvestri lei ha avuto una lunga liasion...
Siamo stati fidanzati, sì. Conservo un ricordo bellissimo della vita con lui. E’ una persona eccezionale. Quando ci siamo lasciati, per me è stato un vero e proprio colpo, ma siamo rimasti in ottimi rapporti e ogni tanto ci frequentiamo. Lui e la sua compagna, Simona Cavallari, hanno due bambini della stessa età dei miei. 
Intorno alla metà degli anni Novanta lei ha alternato la televisione al teatro.
Dopo “Big!”, c’è stato un programma musicale, “Match music”, per il quale mi collegavo dalle discoteche e una minifiction su RaiTre, intitolata “In fuga”, per la regia di Puccioni. Poi ho fatto tanto teatro, soprattutto ruoli comici. Ho recitato in “Karmacoma”, di Massimiliano Bruno, che è, tra l’altro, uno degli autori di Paola Cortellesi, in “Ritratti su palloncino”, con Yari Gugliucci, e in “Casamatta vendesi”, con Valerio Mastrandrea e Marco Giallini, scritto e diretto da Angelo Orlando. 
Angelo Orlando, un altro salernitano.
Io, Yari e Angelo, scherzando, dicevamo che noi salernitani ci eravamo infilati quatti quatti nella capitale per poi spaparanzarci... Angelo è simpaticissimo. E’ esilarante anche di persona. Riesce sempre a spiazzarti. Ha battute che ti lasciano interdetti. E’ un vero genio.
Nel 1997 è arrivato il ruolo di Nunziah nella trasmissione Macao.
Non è stato facile. Prima di essere scelta, sono stata sottoposta ad almeno 4-5 provini. Nunziah è un personaggio che ho completamente inventato io. Era un po’ l’iperbole di me stessa, la rappresentazione - in chiave ironica e paradossale - della sfigata che c’è in me. Macao è stata un’esperienza professionale davvero bella, ma anche massacrante. Mi scrivevo da sola i testi, due puntate al giorno, con uno stress continuo. Assieme a me c’erano Biagio Izzo e Sabrina Impacciatore, che poi hanno fatto un sacco di altre belle cose.
Com’è stato il suo rapporto con Boncompagni?
Boncompagni è una persona squisita e, checché se ne dica, correttissima. Voleva che partecipassi anche alla seconda edizione, ma io desideravo fare altre esperienze, e così, quando arrivò la proposta di una parte di coprotagonista nella fiction “Lui e Lei”, con Vittoria Belvedere, accettai senza starci a pensare due volte.
Lei ha fatto anche cinema.
Finora ho fatto tre film. Quello che ha avuto più successo, è stato “La verità, vi prego, sull’amore”, uscito nel 2001, scritto e diretto da Francesco Apolloni. Accanto a me recitavano Pierfrancesco Favino e Yari Gugliucci. Ho studiato a lungo quel personaggio e devo dire, con soddisfazione, che la critica ha apprezzato molto la mia prova di attrice.
Torna mai a Salerno? Come le sembra la sua città?
Purtroppo non torno spesso e anche durante le Feste cerco di riunire tutti qui a Roma. Ci sono stata ultimamente per vedere il ristorante che ha aperto mio fratello Leo: “La Volpe e l’uva”. Ho fatto una passeggiata sul lungomare con i bambini e i miei nipotini, figli di mio fratello maggiore Ivo, che fa l’avvocato. Salerno mi sembra più bella oggi di quando l’ho lasciata, e anche più piena di iniziative e servizi per i giovani e le famiglie. Certamente quest’estate ci tornerò volentieri per stare con mia madre qualche settimana e portare i bimbi in Costiera.
I suoi progetti attuali?
Sto preparando uno spettacolo comicissimo che s’intitola “Uno e basta”, che debutterà il 10 maggio al Teatro Sette, diretto da Michele La Ginestra, brillantissimo attore e regista. Si tratta della storia dell’incontro tra due persone e dei commenti degli ... spermatozoi di lui... Tra gli altri interpreti ci sono Edoardo Falcone e Alessandro Marrapodi, attore della fiction Incantesimo. Sono impegnata anche in una nuova appassionante attività: gli adattamenti per il doppiaggio dei copioni in lingua straniera. E tra uno spettacolo e un altro, mi piacerebbe avere un terzo bambino.
E’ una mamma felice?
Felicissima. I miei bimbi, Marialucia detta Maru, di 3 anni, e Fabio, di 2 anni, sono la cosa più bella della mia vita. Sono anche molto innamorata del mio compagno Pierpaolo, che è avvocato. Speriamo di convolare presto a nozze, in Chiesa. Abbiamo riscoperto la fede e frequentiamo molto la parrocchia. Dio è entrato nella mia vita, e voglio che ci resti per sempre.
 
(La Città di Salerno, 10 aprile 2005)
 
 
Scheda biografica
 
Beatrice Fazi è nata a Salerno il 27 luglio del 1972 Dopo un periodo di apprendistato al Teatro S. Genesio di Salerno, a diciotto anni di età si trasferisce a Roma, dove vince una borsa di studio presso la scuola teatrale La Scaletta. Il suo debutto nel teatro avviene nel 1992, con Signor G. ovvero 'Il vecchio e il gatto' di M. Greco. Da allora è stata protagonista o coprotagonista di quasi venti spettacoli, tra cui  “Ragazze al muro” (1995, scritto e diretto da E. Danco, “Ritratti su palloncino” (1996), scritto e diretto da R. Pacini, “La commedia degli errori” (1996), di W. Shakespeare. Adatt. e regia di T. Russo, “Karmacoma”  (1996), scritto e diretto da M. Bruno, “Casamatta vendesi” (1997), scritto e diretto da A. Orlando; “La verità, vi prego, sull’amore” (1998-99), scritto e diretto da F. Apolloni; “Il sesso di colpa” (1998-99), scritto e diretto da P. Cigliano per Todifestival ’98; ”Il dramma della gelosia” (2000), dal film di Age-Scarpelli-Scola, adatt. e regia  di  G. Proietti; “Sax session” (2000), scritto e diretto da P. Cigliano; “Ypokritài-Attori” (2000), scritto e diretto da P. Cigliano; “Todo por Pedro”  (2001), di Giulia Ricciardi, diretto da P. Cigliano;  “Bambini”  (2004), di A. Bennicelli e M. La Ginestra, diretto da M. La Ginestra. Nel cinema ha debuttato nel 1996, con il film “Cosa c’entra con l’amore” , per la regia di M. Speroni. E’ stata poi protagonista di  “Quartetto” (2001),  scritto e diretto da Salvatore Piscicelli, e di “La verità, vi prego, sull’amore”,  scritto e diretto da F. Apolloni e tratto  dalla omonima commedia teatrale. In televisione ha condotto “Big!” (1992-93), contenitore pomeridiano per bambini di RaiUno, e “Match music”  (1995), programma musicale. E’ stata protagonista delle fiction “In fuga” (1996), su RaiTre, e “Lui e Lei” (1998-99), su RaiUno. Ha  avuto grande notorietà partecipando nel '97 alla prima serie di Macao, il programma Tv di Gianni Boncompagni su RaiDue, con il personaggio di Nunziah. Lo scorso anno è stata lo sparring partner, il punto di riferimento, l'aiuto regista di Michele La Ginestra, nel suo one man show "Mi hanno rimasto solo".
 
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