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Intervista a Nicola Cona, AD Rai Trade

di Mario Avagliano

E’ l’uomo chiave della Rai per l’esportazione dei programmi e delle fiction italiane all’estero. Ma è anche l’inventore della manifestazione Cartoons on the Bay, che si tiene ogni anno a Positano ed è diventata la maggiore manifestazione mondiale del settore dei cartoni animati per la televisione. Nicola Cona, 61 anni, originario di Stella Cilento, un paesino di settecento anime dell’entroterra salernitano, ha fatto essenzialmente due cose nella vita: per venti anni si è occupato di politica nel partito socialista, da sedici anni è un protagonista delle strategie della tv pubblica. L’ultimo incarico risale al maggio 2004: è stato nominato amministratore delegato di Rai Trade, la società di viale Mazzini che vende i film, i documentari e i programmi televisivi made in Italy sui mercati internazionali. Il suo legame con Salerno e il Cilento è ancora fortissimo. E Nicola Cona ha in animo da tempo l’organizzazione di un evento di portata mondiale nella sua terra, anche se lamenta “la mancanza di strutture alberghiere adatte ad ospitare le star internazionali”.

Le sue origini sono nel profondo Cilento.
Mio padre era maresciallo della Guardia di Finanza, ed era nato a Stella Cilento. Mia madre è originaria di un paesino lì vicino, Matonti, frazione di Lauriana Cilento. Quando ero bambino, ci siamo trasferiti prima ad Afragola, in provincia di Napoli, e poi a San Marco dei Cavoti, in provincia di Benevento. Però tutte le estati e le feste le trascorrevo a Stella Cilento.
Che ricordi ha del suo paesino natale?
Ricordo l’odore della terra dopo la pioggia. Le allegre feste paesane. I matrimoni, che per noi ragazzini rappresentavano un’occasione ghiotta per mangiare dolci. Il sapore dei mustaccioli, rivestiti da una patina bianca di zucchero. Le notti di giugno passate nei campi, a caccia di lucciole. Le prime sigarette Giubek, fumate di nascosto in cortile.
Un mondo fatato...
Mica tanto. Siamo cresciuti un po’ selvaggiamente. Prendevamo a pietrate i cani bastardi. Impiccavamo le lucertole con piccoli cappi di fili d’erba. Ammazzavamo le cavallette per darle in pasto ai merli...
E al mare ci andava?
Ho visto per la prima volta il mare all’età di 15 anni. Ero già grande. Rammento che fittammo un camioncino attrezzato con delle panche. Quando arrivai ad Acciaroli, mi trovai di fronte ad uno spettacolo meraviglioso. L’acqua era blu, la spiaggia deserta, c’erano poche case di pescatori, i turisti erano inesistenti. Provai la stessa emozione che ho provato qualche anno più tardi visitando Venezia.
Era in quegli anni che aspirava a diventare sacerdote?
Sì. Ho frequentato per due anni il corso di sacerdote, presso il seminario dei salesiani di Gaeta. E’ un’esperienza che ricordo con grande commozione ed affetto. I salesiani non sono come i gesuiti, mi hanno insegnato il rigore, la disciplina, la lealtà, l’amore per gli altri.
Come mai non si è fatto prete?
Il giorno di Pasqua del 1959 ci portarono al mare a Gaeta. Vidi passare sulla spiaggia una ragazzina dolcissima, vestita con un jeans e una camicetta celeste, e provai un’attrazione fortissima verso di lei. Fu allora che compresi che non potevo prendere i voti. Fu una scelta sofferta, feci molti pianti, ma alla fine preferii lasciare il seminario.
Trasferitosi a Roma, dopo la maturità lei si iscrisse alla facoltà di scienze politiche dell’Università La Sapienza di Roma.
E’ nell’ambiente universitario che iniziai a far politica. Dentro di me sentivo il bisogno di dedicarmi agli altri, e la politica costituiva per me il mezzo per farlo. Fondai il Circolo universitario socialista e organizzai diverse manifestazioni studentesche. Fu così che mi avvicinai al Psi ed entrai nella federazione romana.
Lei ha militato nel Psi per vent’anni.
Sono stato nel Psi esattamente dal 1966 al 1986. Ho rivestito l’incarico di responsabile della stampa e propaganda della federazione romana, organizzando la campagna per il divorzio con Loris Fortuna, e poi di responsabile degli enti locali. Dopo la nomina a segretario della federazione giovanile socialista, sono passato alla direzione nazionale del partito, dove ho lavorato per dieci anni con Enrico Manca. L’ho seguito come capo della segreteria al Ministero del Commercio Estero, alla Commissione Industria della Camera, e infine alla Presidenza della Rai.
Quali sono i leader socialisti ai quali è stato affettivamente più legato?
A parte Manca, al quale debbo moltissimo, e che era ed è un mio grande amico, il primo che mi viene in mente è Sandro Pertini. Lo conobbi che avevo appena 18 anni, nel lontano 1961, in una piccola sezione del Psi di Roma. Votai per la sua mozione e lui mi abbracciò felice, con il suo modo di fare così franco e diretto.
E Bettino Craxi?
Quand’era vivo, l’ho sempre criticato, perché non ne condividevo la linea politica. Lui mi sgridava e rimbrottava, con il calore e la violenza oppure l’indifferenza che era solito utilizzare nei confronti di chi avversava le sue idee. Dopo la sua morte, ho ritenuto totalmente ingiusta l’aggressione da lui subita, tanto che sono diventato un craxiano di ritorno, un difensore della sua memoria. Anche perché sono rimasto schifato dal comportamento di molti di quelli che lui aveva beneficato e assistito.
La sua avventura alla Rai è iniziata quando Manca è stato nominato presidente?
Per la verità lavorare alla Rai era il mio sogno da ragazzo. Ricordo ancora quando negli anni Sessanta mi recai a viale Mazzini con l’attuale direttore delle fiction Rai, Agostino Saccà. Ci ricevette il vicedirettore del personale Donato Memmi e gli chiedemmo come fare ad essere assunti. Rispose che le assunzioni erano bloccate. Ho anche collaborato come autore a qualche trasmissione radiofonica di Radio Rai.
Quale fu il suo impatto con la tv pubblica?
Mi sono subito innamorato perso della Rai. Ho capito le grandi potenzialità della tv pubblica e il ruolo che può avere nel formare le coscienze, nel dare a tutti la possibilità di farsi una libera opinione sulle cose. Il compito della Rai è informare senza annoiare, è sollecitare le capacità critiche delle persone, non produrre trasmissioni che atrofizzano il cervello della gente.
Beh, qualche trasmissione di quel tipo la Rai la manda in onda. L’Isola dei famosi non è esattamente un modello di televisione pubblica.
Non è la mia trasmissione preferita, lo riconosco. Però mi sembra che negli ultimi tempi la Rai è in ripresa, sia negli ascolti che nella qualità della programmazione.
In sedici anni di Rai, lei è stato responsabile dei programmi, della promozione, del marketing, si è occupato di relazioni istituzionali e di abbonamenti. L’esperienza più bella?
Quella di Rai America, che oggi si chiama Rai International. Costruimmo dal zero un palinsesto che non esisteva, inventandoci programmi di servizio con quattro lire, solo grazie al nostro ingegno e alla nostra fantasia. L’altra iniziativa alla quale sono legato, è Cartoons on the Bay. Ho organizzato le prime quattro edizioni, e dopo un’assenza di qualche anno, sarò di nuovo io a coordinare l’edizione del 2005 a Positano.
Ora è amministratore delegato di Rai Trade. Le piace questo nuovo lavoro?
Assolutamente sì. Trovo entusiasmante la missione di esportare la cultura italiana all’estero. Certo, non è semplice. Tutti ne parlano, ma nel concreto il nostro Paese non riesce a fare sistema. C’è un dispendio di energie e di denaro.
Che cosa bisogna cambiare?
Stiamo lavorando su molteplici progetti. Innanzitutto, puntiamo ad acquisire la maggior quota possibile dei diritti di ciò che la Rai produce, in modo da poterli vendere all’estero. Poi stiamo cercando di riorganizzare il settore dei documentari e il settore dell’animazione, che possono costituire una grande occasione di business internazionale, perché questo tipo di prodotti ha un linguaggio universale. Un altro capitolo importante della nostra strategia di rilancio è quello di valorizzare il grande patrimonio musicale dell’archivio della Phonit.
Ci sono progetti Rai legati a Salerno?
Abbiamo organizzato diversi eventi televisivi a Salerno. Ricordo per esempio una trasmissione presentata da Simona Ventura, che si chiamava Italia Fiction Tv, in diretta dal Teatro Verdi. Vorrei fare di più. Ho in mente da tempo un grande evento internazionale da organizzare nella splendida cornice dei templi di Paestum oppure a Salerno. Prima però occorre che si realizzi il piano di strutture ricettive programmato dall’ex sindaco De Luca. L’assenza di alberghi di categoria superiore costituisce un handicap.
A parte la mancanza di alberghi, come le sembra la Salerno di oggi?
E’ una città migliorata, rinnovata, disciplinata, godibile. Ricordo che quando il mio amico Vincenzo De Luca fu eletto, lo prendevo in giro. “Figurati se riesci a cambiare Salerno”, gli dicevo. Invece ci è riuscito. E’ stato un grande sindaco, va dato onore al merito. Detto da me, che politicamente simpatizzo per l’altra coalizione, è un grosso complimento!
E Stella Cilento?
Ci torno ogni estate, e mia madre Olga trascorre sempre le vacanze lì. E’ un bel paesino antico, molto ordinato, con una buona amministrazione. Ancora adesso puoi lasciare la porta di casa aperta...

(La Città di Salerno, 21 novembre 2004)

Scheda biografica

Nicola Cona è nato a Stella Cilento il 31 agosto 1943. Si è laureato in scienze politiche nel 1966, presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Dal 1966 al 1986 ha militato nel Psi, prima nella federazione romana e poi nella direzione nazionale. Prima di entrare in Rai, nel 1988, è stato capo della segreteria del Ministro del Commercio estero e responsabile delle relazioni istituzionali della Montedison. Nella tv pubblica tra il 1988 e il 1992 ha rivestito gli incarichi di membro del coordinamento delle reti TV presso la Vice Direzione Generale, responsabile della linea commerciale delle fiction televisive, responsabile della struttura Governo, Regione, Enti Locali, Istituzioni Internazionali del Cda, responsabile della verifica qualitativa programmi televisivi, e capo della segreteria del Presidente della Rai. Dal 1988 al 1995 è stato anche responsabile dei programmi, presso la Vice Direzione per i Nuovi Servizi, le Relazioni Esterne e gli Affari Generali, seguendo tra gli altri il progetto pay-tv per il Nord America. Dal 1989 al 1998 è stato responsabile della promozione e del marketing in Sacis (oggi RaiTrade), gestendo la presenza dei prodotti Rai in circa 120 festival e realizzando il festival internazionale Cartoons on the Bay. Dal 1989 al 1999 è stato membro del pool capi progetto presso Rai Educational, seguendo il progetto Mediateche 2000. Dal 1999 al 2000 è stato responsabile dell’unità “Normativa e contratti” della Direzione Produzione, Abbonamenti e Attività per le Pubbliche Amministrazioni, lanciando tra l’altro le iniziative Video Sportello Rai e CartaRai. Dal 2001 è diventato dirigente della Direzione Relazioni Istituzionali della Rai. Nel maggio 2004 è stato nominato amministratore delegato di Rai Trade.

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